lunedì 25 marzo 2024

CAVA LORGINO: ANCHE VALDOSSOLA SALVIAMO IL PAESAGGIO CALA LE SUE CARTE

 








aderente al FORUM nazionale di Salviamo il Paesaggio

www.salviamoilpaesaggio.it

Beura Cardezza, 19 marzo 2024




Cortese att.ne della Responsabile dei procedimenti autorizzativi

Ing. Moira Tartari 
Ufficio VIA / VAS – III Settore
Provincia del Verbano-Cusio-Ossola
Via dell’Industria, 25
28924 VERBANIA (VB)
protocollo@cert.provincia.verbania.it


OGGETTO: D.Lgs. 152/2006, L.R. 13/2023 – Fase di valutazione della procedura di VIA relativa al progetto di coltivazione della cava di marmo sita in località Lorgino nel territorio del Comune di Crevoladossola (VB) (pratica n°666) – OSSERVAZIONI ad integrazioni depositate ai sensi dell’art.27 bis comma 5 del D.Lgs 152/2006.

Gli scriventi, Filippo PIRAZZI nato a Domodossola (NO) il 08.03.1959, residente a Trontano 28859 (VB) in via Provinciale, 110 (cod.fisc. PRZFPP59C08D332A) e Sonia VELLA nata a Besigheim (D) il 09.12.1967, residente a Beura Cardezza 28851 (VB) in via Sant’Antonio 16 (cod.fisc. VLLSNO67T49Z112N), in qualità di referenti territoriali del comitato Salviamo il Paesaggio Valdossola, aderente al Forum nazionale Salviamo il Paesaggio – Difendiamo i Territori, Forum italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio (http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/), portatori di interessi diffusi e collettivi, presentano le seguenti osservazioni in merito all'oggetto.



OSSERVAZIONI


PROGETTO DI RINNOVO CON AMPLIAMENTO DELLA CAVA DI MARMO IN LOCALITÀ LORGINO

L’analisi delle mappe contenute nella documentazione integrativa in oggetto (Relazione Integrativa del Febbraio 2024 a firma del Dott. Geol. Paolo Marangon), mostrano che la proposta di ampliamento della cava di marmo interferisce con la rete sentieristica dell’area in esame, ad oggi ancora fruibile per l’escursionismo di montagna. Lo dimostra anche la Tav. 127 22 PAMA_Tav L-Viabilità pubblica cessione_240220.

I precedenti ampliamenti della cava di marmo avevano già cancellato alcune vie storiche di collegamento pedestre, ancora identificate come “Strade Comunali” sulla cartografia catastale del Comune di Crevoladossola. Ad esempio, non vi è più traccia sul territorio odierno delle vecchie mulattiere che collegavano l’abitato di Lorgino con le borgate confinanti: Villa dell’Oro (Case Morgantini), Scarpia, Enso, Rossa, Pinone, Case Genini, Scignieccio, la strada napoleonica (oggi SP.166), ecc… Lo stesso nucleo edificato di Lorgino non esisterà più, perché in buona parte già eliminato per la coltivazione del giacimento di marmo con le precedenti autorizzazioni di cava e poiché, con il nuovo progetto di rinnovo con ampliamento, verranno soppressi completamente anche gli ultimi edifici ancora oggi presenti.



Estratto della Mappa catastale Rabbini del Comune di Crevoldossola: nel cerchio colorato sono ancora visibili gli edifici storici di Lorgino, mentre con la linea tratteggiata rosa è indicato il tracciato dell’antica “via di lizza”.



La stessa “via di lizza” o menora che scendeva dalla vecchia cava di Lorgino verso la ex SS. 33 del Sempione attraversando il borgo di Villa dell’Oro (Case Morgantini), ancora visibile negli anni ’70 del secolo scorso e che serviva per la discesa verso la Strada Nazionale dei blocchi estratti dalla cava, fu poi ricoperta con una colata di cemento per il transito dei mezzi motorizzati di cava e, con il nuovo progetto di rinnovo con ampliamento, sarà in buona parte distrutta e persa per sempre (cfr. Tav. 127 22 PAMA_Tav L) .

Buona parte di queste “Strade comunali” erano ancora utilizzate per il turismo escursionistico di montagna che le Pro Loco, le associazioni escursionistiche locali ed il CAI curavano e percorrevano a piedi, per lo più in comitiva di persone appassionate.

Emblematico è il caso del Sentiero CAI n° A09 del catasto sentieri del Piemonte che sale da Pinone alla Colmine di Crevoladossola, via Enso, che non potrà più essere percorso (risultava già interrotto con Ordinanza n°39 del 5.11.2018 del Comune di Crevoladossola per rischio di cedimento del sedime pedonale e per mancanza di protezione a valle, causa coltivazione della cava di marmo) in via definitiva. E’ proposta a titolo compensativo la dislocazione di una cappelletta votiva, prima che crolli del tutto, ma nulla è dato di sapere per quanto riguarda la deviazione del sentiero A09 su altro tracciato.





















La via storica: Stockalperweg o Via Stockalper


La VIA STOCKALPER collega Briga in Canton Vallese con Domodossola attraverso la Valle del Sempione in 4 tappe: è uno dei 12 Itinerari Culturali di interesse nazionale della Svizzera sulle tracce della via commerciale realizzata dal Barone Kaspar Jodok Stockalper. Grande uomo d'affari, imprenditore e politico vallesano del XVII° secolo, Stockalper, riammodernando l'antica via del sale attraverso il Passo del Sempione con ponti e rifugi per consentire alle carovane di merci di transitare anche d’inverno, avviò una rete commerciale tra l’Italia e i mercati della Francia tanto redditizia da guadagnarsi l'appellativo di "Re del Sempione". Dal suo magnifico Castello di Briga controllava i commerci con Anversa, Parigi e i porti della Manica a nord e con Milano a sud.

Kaspar Jodock Stockalper nacque a Briga nel 1609 in una famiglia già molto ricca di probabili origini italiane. La sua agiatezza gli permise di viaggiare in tutta Europa e iniziare così a creare la base su cui impostare i suoi futuri commerci. Era proprietario di tutte le miniere del Vallese, e dava lavoro a un totale di circa 5000 uomini. I continui successi gli procurarono l’invidia dei nobili vallesani. Caduto in disgrazia politica nel suo paese, si rifugiò in esilio volontario a Domodossola dove fu ricevuto con tutti gli onori e visse alcuni anni al Sacro Monte Calvario di Domodossola contribuendo finanziariamente anche alla realizzazione del ricco patrimonio artistico. Dopo cinque anni di esilio tornò in patria nel 1685, dopo la morte di uno dei suoi avversari politici, e trovò la sua popolarità ancora immutata. Morì nel 1691 a 82 anni; le sue spoglie riposano nella chiesa di Glis, vicino a Briga.

Seguendo lo stesso percorso nel 1805 Napoleone fece costruire la prima strada carrozzabile delle Alpi per spostare esercito e armamenti attraverso il Passo del Sempione.




L’itinerario principale della Via Stockalper è quello indicato con la linea continua rossa sulla mappa della figura sovrastante. Inizia al Sacro Monte Calvario di Domodossola, raggiunge Crevoladossola come Via Francisca (codice sentiero CAI “A00a”), dove dal Municipio si sale alla frazione Pinone (codice sentiero CAI “F00”), per poi scendere alla frazione Villa dell’Oro e giungere sulla strada provinciale 166 (ex SS.33 del Sempione), nel medesimo punto dove la ditta Tosco Marmi / Palissandro Marmi della cava Lorgino ha recentemente aperto un accesso sul lato occidentale della cava (verso il Torrente Diveria tra le località Scarpia e Campeglia). La Via Stockalper dell’itinerario principale prosegue lungo la Valle Divedro per raggiungere il Passo del Sempione, passando per gli abitati di Varzo e di Gondo. Con la linea continua blu, invece, è indicata la variante per la Val Bognanco e il Passo di Monscera. Tratto dal sito web “VisitOssola”


La Via storica Stockalper è promossa anche dal Club Alpino Italiano – Sezioni Est Monte Rosa


Nell’immagine a seguire, uno stralcio della nuova mappa Geo4Map n°8 – carta escursionistica in scala 1:25.000, redatta e distribuita in commercio a cura delle Sezioni Est Monte Rosa del CAI


NOTA BENE: Sulla mappa è indicato per errore “Villadelloro” in luogo di “Lorgino”, mentre il nucleo abitato di Villa dell’Oro, corretto, è ubicato in basso a ridosso della strada provinciale SP.166 (linea continua gialla). Si nota molto bene che il sentiero F00 “Via Stockalper”, da Pinone costeggia la strada attuale di accesso alla cava di marmo, per poi scendere alle case indicate sulla mappa con “Scarpia”; il sentiero attraversa il borgo abitato (Villa dell’Oro), per poi raggiungere la strada provinciale 166 (F00), in località “Acqua marcia” (ex SS.33 del Sempione).






Stralcio della mappa: nuova Carta escursionistica CAI “Geo4Map” n°8 in scala 1:25.000 ULTIMA EDIZIONE

La storica Via Stockalper (F00) è stata accatastata dalla Regione Piemonte come sentiero escursionistico “STOCKALPERWEG” presso il Catasto Regionale dei Sentieri, il 3 marzo 2016, con il codice: E-VB-A-F00-0.


Fa parte della Rete Escursionistica del Piemonte come Patrimonio Outdoor, approvata dalla Regione Piemonte con D.G.R. n. 37-11086 del 23 marzo 2009, recuperata e valorizzata con regolamento attuativo ai sensi della L.R.12/2010, i cui sentieri accatastati sono tutelati dall’art.21.


L’itinerario della Via Stockalper è visionabile sul sito web seguente:


A tal proposito si considerino le immagini sottostanti che rappresentano:


Uno stralcio della scheda itinerario tra il Municipio di Crevoladossola e l’innesto della Via Stockalper (Sentiero REP - F00) sulla provinciale 166 (ex SS.33 Sempione), con riportati i tempi di percorrenza, le distanze e i dislivelli, a conferma del passaggio di questa Via storica nelle aree interessate dalla proposta progettuale di ampliamento della cava Lorgino in osservazione.







La mappa tratta dalla Relazione Paesaggistica pag. 44, contenuta nella documentazione progettuale (INTEGRAZIONI febbr. 2024).



Lungo questo tratto di Via Stockalper interessato dall’ampliamento della cava Lorgino, su un edificio della frazione Villa dell’Oro è presente un affresco di autore sconosciuto, probabilmente del XVII secolo, che meriterebbe maggior attenzione e recupero. Il dipinto, di carattere religioso, rappresenta una Vergine Maria regina che tiene in grembo il figlio di Dio nell’atto di donare a San Giulio d’Orta (dipinto sul lato sinistro) un rosario e tre rose scarlatte. Sul lato destro è raffigurato in posizione genuflessa San Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano, vissuto nel XVI secolo. Un drago alato è dipinto ai piedi dello scoglio sacro del Lago d’Orta che San Giulio è in atto di attraversare sul suo mantello. La Madonna con il figlio in grembo, che tiene nelle mani tre rose scarlatte, farebbe pensare che si tratti di un ex voto verso la Madonna di Re.





La situazione nel gennaio 2023 dell’ultima parte del tratto di sentiero Stockalper in argomento, vale a dire nel punto in cui la Via storica si sarebbe dovuta collegare alla ex Statale 33 del Sempione (S.P. 166 in località “Acqua marcia”). L’innesto era occupato da installazioni e depositi di materiali inerti pertinenti alla cava, che impedivano un corretto e sicuro percorso pedonale, per un sentiero escursionistico curato dalla Regione Piemonte.





DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DELLA VIA STOCKALPER TRA PINONE E LA EX SS.33 DEL SEMPIONE (SP.166 – località “Acqua marcia”)




Foto 1 - CREVOLADOSSOLA centro – Piazza Giovanni Morgantini tra il Municipio e il Circolo ACLI sede del Consiglio comunale – La segnaletica verticale del CAI e INTERREG indica il percorso F00 per Varzo e per Domodossola come Via Stockalper / Vie Storiche




Foto 2 - CREVOLADOSSOLA centro – in via Valle Antigorio al numero civico 13 (di fronte a Piazza G. Morgantini) inizia la mulattiera storica che mena alle frazioni alte del Comune – Subito dopo la prima scalinata un cartello indicatore della segnaletica verticale CAI / INTERREG annuncia i tempi di percorrenza della Via Stockalper per Varzo.





Foto 3 – ingrandimento della Foto 2







Foto 4 – CREVOLADOSSOLA alta – in località Pinone, poco dopo la chiesetta del XVII sec. dedicata ai Santi Rocco e Sebastiano, lungo la strada di accesso alla cava, si imbocca la mulattiera storica che scende a Villa dell’Oro, via Scarpia.







Foto 5 – particolare della foto 4 con cartello indicatore CAI / INTERREG che segnala il proseguimento del sentiero F00 per Villa dell’Oro e per Varzo come Via Stockalper / Vie storiche







Foto 6 – idem come sopra ma vista da altra angolazione. Sullo sfondo, ampio panorama sulla piana di Domodossola e Fiume Toce







Foto 7 – Crevoladossola alta – vecchi edifici tardo medievali del nucleo storico di Scarpia, lungo la Via Stockalper che da Pinone scende a Villa dell’Oro





Foto 8 – località Scarpia – lungo la Via Stockalper che scende a Villa dell’Oro è stato recente-mente ricostruito un muro di contenimento dei terrazzamenti rurali, con il metodo tradizio-nale della pietra a secco, mantenendo la tipologia storica originale a testi-monianza della cura del territorio degli abitanti del posto






Foto 9 – la mulattiera storica Via Stockalper che scende da Pinone a Villa dell’Oro, in un tratto ancora in buono stato di conservazione





Foto 10 – la mulattiera storica Via Stockalper che sale da Villa dell’Oro a Pinone, in un tratto ancora in discreto stato di conservazione



Foto 11 – scendendo da Pinone a Villa dell’Oro, lungo la mulattiera storica Via Stockalper, si incontrano le prime case abitate






Foto 12 – Villa dell’Oro di Crevoladossola – Nel centro del paese un cartello indicatore del progetto INTERREG / Via Storiche segnala il passaggio per proseguire lungo la Via Stockalper (sentiero CAI F00)







Foto 13 – ultime (o prime) case di Villa dell’Oro lato Strada provinciale 166 (ex SS. 33 del Sempione) – Via storica Stockalper F00. Si notino sulla destra le pietre di confine della mulattiera storica, infisse verticalmente nel terreno, utilizzando lastre di beola tagliata a mano e chiamate localmente “sghensc”







Foto 14 – Il sentiero CAI F00 che esce (o entra) a Villa dell’Oro, lato Starda provinciale 166, mostra ancora i segni di una civiltà rurale storica, estesa su terrazzamenti ad uso agricolo. Si notino le colonne in pietra tagliata a mano (beola) per il sostegno delle pergole di vigna (topie).







Foto 15 - Strada provinciale 166 in località “Acqua marcia” (ex SS. 33 del Sempione) – accesso occidentale alla cava Lorgino - la freccia aggiunta nell’immagine mostra il cartello indicatore CAI / INTERREG che segnala le direzioni di andata e ritorno della Via Stockalper verso Varzo e verso Crevoladossola, via Villa dell’Oro - Pinone







Foto 16 – particolare del cartello indicatore CAI / INTERREG che segnala le direzioni di andata e ritorno della Via Stockalper verso Varzo e verso Crevoladossola, via Villa dell’Oro - Pinone







Foto 17 – La freccia aggiunta sull’immagine mostra la rampa di accesso odierno (marzo 2024) alla Via storica Stockalper, dalla Strada provinciale 166 alla frazione di Villa dell’Oro, presso l’accesso occidentale alla cava Lorgino (località “Acqua marcia”)

La documentazione fotografica e cartografica sopra riportata, vuole testimoniare la presenza di un sentiero del Catasto regionale del CAI (F00 – Via Stockalper), ancora percorribile alla data della ripresa fotografica: 14 marzo 2024. Tale sentiero è segnalato con cartelli verticali del Club Alpino Italiano, uniformati, pianificati, realizzati e posati dalle sezioni Est Monte Rosa del CAI per il territorio del VCO, secondo direttive dell’organo centrale SOSEC (Struttura Operativa Sentieri e Cartografia).


Il sentiero F00 – Via Stockalper risulta inoltre cartografato sulle mappe escursionistiche ufficiali del CAI della serie Geo4Map in scala 1:25.000, disponibili in commercio anche nei supermercati e largamente utilizzate dagli escursioni di montagna, italiani ed esteri.

Inoltre, il sentiero sopra descritto è pubblicizzato dai siti internet di promozione turistica del territorio provinciale e regionale. Di questo sentiero-itinerario storico sono state realizzate in passato diverse pubblicazioni e numerosi depliant illustrativi, sempre atti alla promozione turistica, con investimento di somme cospicue, finanziate anche dall’Amministrazione pubblica, per il patrocinio degli Enti territoriali e INTERREG Italia-Svizzera.




LA LEGGE REGIONALE 12/2010

Si vuole a questo punto ricordare ciò che sopra è già stato citato: il Catasto dei sentieri escursionistici è stato istituito dalla Regione Piemonte in collaborazione con il CAI. Entrambi gli enti riconoscono nella Rete sentieristica piemontese un concreto patrimonio regionale (L.R.12/2010). Tale risorsa è in grado di favorire e sviluppare il turismo outdoor, sostenibile sotto tutti i punti di vista, perché fruibile a piedi, senza investimenti faraonici e senza impatto ambientale e paesaggistico. Una risorsa in grado di fornire reddito alle comunità locali in modo diffuso e partecipato.

Si osserva che la Legge regionale n. 12 del 18 febbraio 2010 (Vigente dal 12/03/2010) "Recupero e valorizzazione del patrimonio escursionistico del Piemonte" (B.U. 25 febbraio 2010, n. 8) all’art. 16 - DIVIETI, recita:

1. È fatto divieto a chiunque di alterare o modificare lo stato di fatto dei percorsi escursionistici, delle vie ferrate e dei siti di arrampicata inseriti nella Rete regionale.

LE VIE STORICHE E IL PPR PIEMONTE

Il PPR della Regione Piemonte individua e riconosce nella Tav. P4 la “viabilità storica romana e medievale” (SS11). Nell’elenco delle vie storiche è citata anche una via romana e medievale Crevoladossola - Varzo (201) cartografata sulla Tav. P4, lungo il tracciato della ex SS. 33 del Sempione con il quadratino intermittente color bruno. Ovviamente, non si tratta della Strada Nazionale carrozzabile voluta da Napoleone Bonaparte agli inizi del ‘800, bensì un sistema viario di mulattiere medievali o anteriori che, partendo dalla chiesa di Crevoladossola (già attestata nel XIV secolo, con campanile del XI) o dal castello della famiglia de Sylva (1371), percorrevano la Valle Divedro, lungo un percorso che collegava gli insediamenti rurali più antichi: Borgo dell’Era, Scarpia, Villa dell’Oro, Enso, ecc… . Queste borgate furono edificate con esposizione a solatio, su terrazzi artificiali o naturali, a morfologia per lo più pianeggiante, con suolo fertile, coltivabile, a prato o bosco, in assenza di falesie rocciose affioranti per lunghi tratti, lontani dalle forre tumultuose della Diveria.

Gli storici locali, come il già citato Don Tullio Bertamini a pag. 19 della Relazione Paesaggistica del 21 febbraio 2024 (12722 PAMA), a firma del Arch. Andrea Scotton, individuarono un tratto della strada che definirono “romana” sull’orlo della forra del Torrente Diveria, nella sua parte finale di sbocco verso la Piana del Toce. Tale via storica ancora oggi è percorribile a piedi per alcuni tratti, lungo una mulattiera selciata che parte dall’oratorio di San Vitale, ai piedi del ponte napoleonico sulla Diveria, e raggiunge la località ex Fornace di Crevoladossola. Qui esisteva fino a dopo la guerra un forno industriale di cottura del marmo dolomitico di Crevola per la produzione di calce. Tale fornace stava pressoché dirimpetto alla via di lizza, citata sopra, che scendeva da Lorgino attraverso le Case Morgantini (Villa dell’Oro).

Vale la pena citare anche l’iscrizione enigmatica, ma antica “TINCO MOCCD” alla passerella del ponte dell’Orco, poche decine di metri oltre la località “Acqua marcia”, ove la cava di marmo ha un accesso sulla provinciale 166 da lato occidentale.

Dunque, una strada romana e/o medievale doveva esistere lungo la Valle Divedro, per collegare Crevoladossola al Sempione, ovvero la Val d’Ossola alla Valle del Rodano superiore. D’altro canto, gli stessi storici sopra richiamati, tra i quali Don Renzo Mortarotti, Gian Franco Bianchetti, Enrico Rizzi, descrivono la calata e la tragica ritirata degli svizzeri, scesi dal Sempione nel 1487 al comando del Vescovo di Sion con intenzioni bellicose. Dopo la battaglia al ponte di San Vitale, che vide la disastrosa sconfitta delle truppe svizzere, gli storici sopra richiamati narrano sul volume “Crevoladossola 1487 – 1987”, pubblicato nel 2004 dal Comune di Crevoladossola, a pag. 54: “Fu una vera carneficina […] Pochi Vallesani fuggirono di quelli che si trovarono fra il ponte di Crevola e il ponte dell’Orco […] Caddero nelle mani dei montanari i quali dall’alto, dove avevano portato al sicuro i propri beni, li attendevano con le armi in pugno”. E’ molto verosimile che i montanari che si opposero alla ritirata degli svizzeri feriti e carichi delle mercanzie razziate, tra Crevola e il ponte dell’Orco, abitavano a Borgo dell’Era, Villa dell’Oro, Enso, Lorgino e la via di fuga per il Vallese non poteva che passare di lì.

Nel XVII secolo, il Barone Kaspar Jodok Stockalper di Briga, che già possedeva una casa forte a Gondo (Ruden), dove incassava i dazi per il transito delle merci sul Sempione, secondo gli stessi storici sopra citati, fece aprire a sue spese una strada per someggiatori che percorreva la Valle Diveria, moderna per l’epoca, attrezzata per velocizzare il passaggio delle carovane.

Oggi, noi chiamiamo questa rete di mulattiere Via Stockalper in suo ricordo e ad onor del merito.









CONCLUSIONI


Le integrazioni richieste dalla Provincia del VCO al “Progetto di rinnovo con ampliamento della cava di marmo in località Lorgino”, formulate in sede di 1^ seduta della C.d.S. del 19/06/2023 dagli Enti istruttori, contemplano nei fatti una nuova proposta di coltivazione del giacimento di marmo Palissandro, con diminuzione dei volumi di scavo, una diversa proposta di recupero ambientale, nuove planimetrie e nuove sezioni. Il tempo a disposizione del pubblico per le Osservazioni è risultato di soli 15 giorni, assolutamente insufficienti per analizzare una tale mole di documentazione progettuale (oltre 584 Mb). La prima osservazione che viene mossa all’Ufficio responsabile del procedimento autorizzativo è che si tratti in verità di un nuovo progetto e quindi andava disposto un nuovo procedimento con tutto l’iter del caso. Si veda a dimostrazione dell’Osservazione la Relazione Integrativa del Dott. Geol. Marangon a pag. 2.








Pertanto, gli scriventi non hanno potuto portare a termine nei tempi stabiliti dall’Ufficio in indirizzo tutte le osservazioni che avrebbero voluto documentare in tema di:
Volumi di scavo sovrabbondanti; mai la Provincia del VCO ha autorizzato scavi in cava per il settore lapideo di circa 4.000.000 di mc anche in 15 anni di attività.
Non si comprendono le motivazioni di sfruttamento della risorsa giacimentologica, fino all’esaurimento delle potenzialità concrete della cava, in relativamente così pochi anni, quando si sarebbero potute diluire in quattro o cinque decenni, dandone beneficio occupazionale alla comunità per un tempo più lungo.
Movimentazione del materiale di pregio e di non pregio con trasporto su gomma, per un’evacuazione pressoché totale di tutto lo scavato fuori dall’ambito della cava: un flusso veicolare annuo dichiarato dal proponente di oltre 14.000 camion che percorreranno le strade comunali, provinciali e statali, senza la previsione di una benché minima compensazione per le riasfaltature delle sedi stradali danneggiate dal surplus di traffico pesante. I lavori di ripristino della viabilità ordinaria saranno come al solito a carico dei contribuenti.
Le sezioni verticali delle pareti di cava a fine lavori risultano incompatibili per altezza (oltre 70 metri) con le prescrizioni che questa Provincia ha sempre preteso nelle altre cave; a maggior ragione in presenza di faglie e di superfici di discontinuità fisica che non più tardi di un anno fa hanno causato una frana di crollo direttamente sul cantiere della cava stessa. Solo un miracolo ha impedito una tragedia di vite umane tra le maestranze impiegate in cava.
Il fondo della cava risulterà ad una quota di 9 metri inferiore al piano stradale della SP 166 nel punto dove insiste un accesso al giacimento.
Non è stato preso in considerazione il rischio di prosciugamento delle falde acquifere nei dintorni della cava, a seguito della creazione di un così grande vuoto, con messa in pericolo delle fondazioni degli edifici e con esaurimento dei pozzi idrici, laddove dovessero essercene.
I giudizi di coerenza per la valutazione della compatibilità con il PPR, espressi nel documento integrativo “127.22 PAMA Paesaggistica” sono poco obiettivi, imparziali, arbitrari, autoreferenziali, passionali, per nulla condivisibili.
Mancano i rendering fotografici, aggiornati a seguito delle Integrazioni, che illustrino le situazioni di visuale della cava agli step del 5°-10°-15° anno, ripresi per un osservatore che rivolga lo sguardo dalla Piana del Toce, dalle sommità dei monti circostanti e dai paesi che si affacciano a mezza costa, anche sul versante orografico destro della Valle Divedro. L’impatto visivo che accoglie chiunque transiti in arrivo dalla Svizzera (Sempione) o dal Lago Maggiore, sia camminatore a piedi della Rete escursionistica di sentieri, sia in auto lungo le strade pubbliche, è già di forte disturbo allo stato attuale. La componente paesaggistica andrebbe piuttosto recuperata al più presto, non ulteriormente aggravata.
In conclusione, per quanto riguarda l’aspetto della salvaguardia della Rete escursionistica rimasta fruibile attorno al sito estrattivo di Lorgino, oggetto principale di queste Osservazioni, si chiede di valutare una riduzione superficiale dell’area di scavo proposta nelle Integrazioni del 2024. La cava dovrà essere ridisegnata il più lontano possibile ad esempio dalla Via Stockalper, tale da garantire la conservazione del sentiero F00, la stabilità del suo sedime pedonale, la sicurezza degli escursionisti in transito sul sentiero, a debita distanza dai cigli di scavo, con un adeguato ed armonico insieme di elementi del paesaggio, tipico del territorio rurale, ma non di quello industriale.
E’ ugualmente auspicabile un allontanamento dei bordi di scavo dalle borgate ancora abitate (Enso e Villa dell’Oro), come dai nuclei edificati anche abbandonati (Scarpia e Rossa), se si crede veramente al contrasto dello spopolamento della montagna e al ritorno degli abitanti.
I sentieri della Rete del Patrimonio Escursionistico piemontese costituiscono una risorsa di enorme valore economico, storico, paesaggistico, culturale e sociale, che non porta ad un ritorno immediato di grandi cifre, ma restituisce al territorio ricchezza diffusa e diluita nel tempo, conservandosi per le generazioni a venire.
Al contrario, la troppo veloce espansione del vuoto lasciato dall’asportazione del materiale lapideo, laddove c’erano terrazzamenti, mulattiere, case, vigneti, storia, paesaggio, restituisce al territorio una ricchezza per pochi in un tempo ristretto, liquidando un futuro perso per sempre.
Oggi i cosiddetti “Cammini” vanno sempre più di moda e stanno creando ricchezza a quei territori che sanno promuovere la scoperta delle proprie bellezze a passo lento, assaporando ogni passo in un continuo cambiamento di panorama.
La Via Stockalper accoglie sempre più camminatori soprattutto dal nord delle Alpi, che ricalcano il percorso di scoperta dei primi turisti, soprattutto inglesi, i quali scendevano verso le Alpi a scoprire la Bella Italia.
Purtroppo questa bellezza sta scomparendo ad un ritmo impressionante ed esponenziale. Così come, in maniera impressionante ed esponenziale, l’asportazione di milioni di metri cubi di marmo lascia una voragine, una ferita sporca, un senso di predazione, uno spettacolo di degrado al camminatore che si trova a passare sul Sentiero F00 in arrivo dal Passo del Sempione.

Per tutto quanto sopra esposto, gli scriventi chiedono che vengano attentamente valutati tutti gli aspetti critici di questa proposta progettuale, assolutamente sovradimensionata nelle richieste estrattive.

Si ringrazia per l’attenzione.




Sonia Vella Filippo Pirazzi

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