giovedì 14 marzo 2024

MACUGNAGA: VICOLO CIECO ?




Si allunga e si rimette nelle mani dei giudici amministrativi la questione della pista fuorilegge che con eccessiva audacia si è inerpicata sul versante montuoso che sale sino al passo del Moro. Incurante che lì ci sta un confine di Stato e al di là un Paese "extraeuropeo", essa si era spinta sino a voler superare quel confine priva dei documenti che lo consentissero. Un bel azzardo tanto da subire l'arresto (dei lavori). Comunque, valico a parte, neanche i lavori erano andati molto bene, tanto che ignorando pure le leggi che ci sono al di qua del confine, gli audaci ideatori dell'opera avevano pensato che si potesse fare a prescindere da uno straccio di progetto che, infatti, non sappiamo da quale chilometro in su, era stato proprio stracciato, preferendo procedere a vista. Un modo singolare di fare le cose che anche a un bambino non proprio prodigio sarebbero parse quanto meno singolari. Ora gli autori piagnucolano, facendo finta, almeno si crede, di mostrarsi disposti ad ogni intesa purché possano uscire dai guai che loro o quelli come loro e non altri hanno combinato. Nonostante le preghiere però, ad oggi, non sono riusciti a convincere nessuno e anche i desiderata dei giudici sembrano inascoltati. Quindi ci sarà una decisione dei riluttanti giudici che stabilirà una prima conclusione. Intanto un'opera audace e forse scellerata, certamente molto discutibile sotto il profilo ambientale potrebbe trasformarsi in un caso senza soluzione e in uno di spreco di soldi pubblici, colpevolmente malissimo gestiti. Ci sono dunque in questa faccenda due profili: uno propriamente amministrativo con anche forse risvolti penali ( le opere realizzate in maniera difforme dal consentito in ambiti di tutela), con possibili anche effetti di danno erariale e l'altro aspetto che più a noi interessa e che è questa strada, chiamata ciclabile o ciclovia a seconda dei gusti, che era destinata a congiungere due punti sulla carta geografica delle Alpi, già collegati da un impianto funiviario, di cui forse si erano dimenticati l'esistenza. Un collegamento ridondante, al meno quello sul versante Italiano, collegamento che segue un po' la nuova tendenza ad assecondare percorsi adatti per le nuove super biciclette elettriche. Era proprio il caso ? Sul versante Italiano ragionevolmente no, ma la ragionevolezza in questa vicenda sembra sia stata la grande assente e adesso dopo aver sfregiato un versante alpino ecco che il rischio che l'opera rimanga lì, inutile o peggio, si profila. Vedremo.

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