lunedì 27 aprile 2020

STRESA : LA CHIAREZZA CHE NON C' E'






La presentazione del nuovo progetto riferito all'ambito vincolato e che per ora chiamiamo " Palma 2" ci ha suggerito di fare il punto presso gli Enti competenti, ricordando gli esatti termini della questione. Vi postiamo quindi qui di seguito quanto oggi abbiamo inoltrato a Comune e Soprintendenza. Ci pare che non necessitino ulteriori commenti.

ITALIA NOSTRA ONLUS

Sezione Verbano Cusio Ossola





27/04/2020

Prot.13 /20

Spett. Ministero dei Beni e delle
attività culturali e del turismo
Soprintendenza Archeologica, belle arti e
paesaggio per le Province di Biella,
Novara Verbano Cusio Ossola e Vercelli
Cso Cavallotti 27
28110 NOVARA

Spett. Comune di Stresa
All’attenzione del Sig. Sindaco
SEDE MUNICIPALE
28838 STRESA


OGG: Comune di Stresa: Edifici tutelati in modo diretto: Villa Marina e Villa Basile di San Rizzo. Progetto per la costruzione di nuovo albergo.



Più volte questa Sezione si è rivolta ai soggetti in indirizzo, sia per lamentare lo stato di conservazione dei beni tutelati, ad oggi assolutamente inadeguato, sia per segnalare, senza peraltro ottenere dal Comune di Stresa mai alcun riscontro, l’utilizzo improprio dell’area di pertinenza dei beni tutelati ed essa stessa oggetto di vincolo indiretto.
E’ notizia recente che la proprietà abbia inoltrato un nuovo progetto al fine di acquisirne il preventivo parere da parte di Codesta Soprintendenza.
Questo non è luogo e neppure intenzione per entrare nel merito della nuova soluzione progettuale, tuttavia ciò che, per certi aspetti, sorprende e per altri aspetti dovrebbe indignare è che, a distanza ormai di molti anni dalla imposizione di quei vincoli di tutela, da parte del Comune di Stresa si persegua un comportamento non solo di insofferenza, e questo è noto, ma persino di sfida rispetto alle regole, sfida che non si è mai fermata in tutti questi anni.
Due varianti urbanistiche sono state approvate in data successiva l’imposizione dei vincoli: la prima finalizzata a localizzare in quell’ambito volumi alberghieri altrove allocati e la seconda, chiamata strutturale stralcio, per incrementare ancora di più le possibilità edificatorie su quel sito. Le quantità edilizie che sono state attribuite con queste due operazioni dovrebbero essere pari a circa equivalenti 13.500 mc..
Inutile ricordare che nelle varie conferenze di co-pianificazione, svolte durante il procedimento delle seconda variante, nessuno aveva sollevato l’incoerenza di quel processo con le prescrizioni di vincolo insistenti sull’area.
Ora tuttavia il quadro è mutato perché non si può ignorare che un autorevole parere del Consiglio di Stato si è espresso nell’ambito del ricorso Straordinario al Capo dello Stato, intentato dalla proprietà, avverso il negativo parere preventivo espresso da Codesta Soprintendenza sul progetto conforme a quelle varianti.
Il Consiglio di Stato ha infatti scritto in modo che più chiaro non si sarebbe potuto, che il Comune di Stresa, con quella variante stralcio ( la precedente “ non variante” evidentemente non gli era nota), ha agito in maniera assolutamente contraria alle disposizioni prescrizionali contenute nei decreti di vincolo, ossia ha ampliato la capacità edificatoria anziché restringerla, cioè ha agito contro la legge.
Crediamo che questo sia un punto fermo dal quale sia impossibile sfuggire e ritenere che ogni ipotesi progettuale possa legittimamente muoversi dal dato della capacità edificatoria formalmente data, ma viziata da ben due consecutive comprovate illegittime assegnazioni, ove lo si ritenesse un valido parametro, sia un errore capitale.
A noi pare che il corretto processo dal quale dovrebbe prendere avvio qualsiasi ipotesi progettuale, sia la obbligatoria per legge, doverosa per trasparenza amministrativa e non più rinviabile riforma della normativa urbanistica che illegittimamente governa l’area , ma persistendo così come essa è e, al peggio, tenuta in considerazione quale conclamato diritto edificatorio, configurerebbe anche ipotesi di più gravi illegalità.
Conosciamo la ritrosia del Comune di Stresa ad allinearsi a normative sovraordinate, constatiamo la sua persistente resistenza in merito ad accertare l’utilizzo improprio delle aree oggetto di vincolo indiretto, tuttavia la corretta riscrittura normativa, anche alla luce del successivo PPR, di quell’ambito si dovrebbe porre quale premessa obbligatoria per ogni ulteriore esame di ipotesi progettuali.
Non dimentichiamo che le stesse modalità attuative dovranno essere ripensate in funzione della possibile capacità edificatoria, coinvolgendo l’utilizzo dell’area anche le problematiche di acquisizione degli standard pubblici che la normativa di variante aveva soluzionato con meccanismi premiali tutt’altro che condivisibili.
Questa Associazione è stata sempre molto vigile su questa annosa questione e intende mantenersi attiva anche nell’immediato e nel futuro, consapevole che ogni scostamento dalla indicazione del corretto processo che ci sembra aver delineato, qualora con esiti non in linea con le prescrizioni poste dai vincoli, potrà trovare una facile linea di resistenza nel contrasto, in sede giurisdizionale o amministrativa, degli atti di assenso a edificare.

Confidiamo dunque nella massima attenzione vorrà essere prestata alla presente.

Il Presidente

Piero Vallenzasca




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