Muove le tende il circo bianco e al primo spettacolo fa il pieno. L'attesa dunque è molto alta e questo l'ha capito la pur giovane guida dell'impresa. Attento come pochi a muovere pedine, le prime le gioca sul piano dei mass media. La Stampa, d'altronde gli va dietro e forse anche davanti e già quest'oggi gli regala una pagina locale tutt'intera. Che dire ordunque di come organizzato lo spettacolo ? Che messi intorno al tavolo i Governi dei luoghi interessati al suo progetto, ben presto li ha spiazzati tutti quanti, tenendo tutto il banco per oltre due ore di racconto. Rimaste due comparse a fargli un po' il contorno, è stato capace di non smettere, partendo da lontano, zoomando il primo piano, sgombrando tanti forse, facendosi domande e dandosi risposte. E' stato tutto lui, sicuro di incantare col suo tono le qualche centinaia di gente e di curiosi venuti ad ascoltare. Non sembra che qualche cosa se l'abbia poi scordata: chi è la società, chi è che mette i soldi, che cosa ha sin qui già fatto, che cosa ha in corso ora di fare e quello che più importa che cosa vorrà fare. E'attento e sgombra il campo ai tanti che si dice; lui vuole dimostrare che dietro non c'é nulla di oscuro o misterioso e che tutto è trasparente. Si prende anche gli applausi e questo era scontato; se arriva qualche d'uno che offre tanti soldi laddove sono pochi che mettono dei soldi, è cosa quasi certa che prenda anche gli applausi. Or dunque è tutto chiaro ? E' chiaro che è un progetto che vale tanti soldi, fors' anche troppi soldi; difficile è trovare chi metta tutti i suoi e nulla chieda di pubblico denaro. Se è vero o non è vero,la storia lo dirà. Per ora si smentisce, ma il dubbio un po' rimane. E' valido il progetto ? Ha aspetti interessanti, ma aspetti chiaro/scuri ed altri troppo scuri. Salire senza strada, come un tempo, all'alpe Devero non sembra da buttare; comprare il Cervandone e farne un nuovo albergo è meglio che vederlo andare a pezzi; salire sul Cazzola è tutto da vedere; cambiare e ammodernare l'impianto che s'arroca da fondo S. Domenico è meglio che buttarlo; nascondere le auto è forse necessario; entrare nella valle che sala a Ponte Campo e poi salire ancora ci sembra un grosso azzardo; congiunger con le funi il Devero col Dosso traverso il Bondolero è un punto assai perplesso e forse controverso. C'é poi l'altra questione che è anche più importante, ma poco se ne parla. Un tal progetto chiede, per reggersi poi in piedi, che arrivi tanta gente, un mare di sta gente che dunque è condizione per metter tanti soldi. Ma poi questa invasione in mezzo alla natura non è che alla fine la cambia la natura? Il parco lì vicino, il Veglia con il Devero, è solo messo lì per fare da specchietto al passo delle allodole e intorno gira un circo che è meglio lasciar stare ? E infine un altro dubbio; è tutto o c'è dell'altro; intendo, non adesso, ma dopo si va avanti o tutto ferma lì? Insomma la cautela e insieme la prudenza ci sembra debba starci; ci pare si debba ancor pensare. E' presto per decidere, che spengano le luci troppo accese sul palco l'altra sera; si chiudano a pensare. La Stampa lasci stare che il giovan Malagoni conosce già il mestiere.
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