mercoledì 16 novembre 2016

LA STAMPA


“I sindaci dicano no all’elettrodotto”
Ambientalisti e 5 stelle contro il maxi progetto di Terna: “Benefici solo per i privati”


Una delle manifestazioni degli ambientalisti all’alpe Matogno, nel comune di Montecrestese





Pubblicato il 13/11/2016
Ultima modifica il 13/11/2016 alle ore 18:09
CINZIA ATTINÀ
DOMODOSSOLA


Divide le opinioni - e anche i sindaci - la costruzione del maxi elettrodotto che, partendo dalla Svizzera, attraverserebbe l’Ossola e il Novarese, per arrivare nell’hinterland di Milano. Molti amministratori, chiamati la scorsa settimana dalla Regione a sottoscrivere un protocollo d’intesa, hanno rimandato la firma del verbale, non presentandosi alla riunione, che darebbe a Terna la possibilità di aggiornare il prospetto da presentare entro fine anno al ministero dello Sviluppo economico. 



Il progetto ribattezzato Interconnector prevede di scavalcare il confine nel passo di San Giacomo in alta Val Formazza per proseguire con il reticolato di tralicci per molti chilometri su montagne e valli. Luoghi che, in particolare per i comitati ambientalisti, sono definiti incontaminati. Nei piani di Terna c’è poi la costruzione di due grandi centrali di conversione di energia elettrica dalla superficie di circa 12 campi da calcio, una a Settimo Milanese e l’altra in Ossola. Per il comitato «Salviamo il paesaggio Valdossola» si tratterebbe di «un impatto ambientale non di poco conto che violerebbe per sempre il nostro paesaggio alpino». Ad aver già dato l’assenso al protocollo sono però quei comuni delle valli Formazza e Antigorio che vedranno anche la razionalizzazione della rete di alta tensione sul loro territorio. Ad accendere gli animi è anche la realizzazione della centrale di conversione da collocare nel fondovalle a Sud di Domodossola: tramontata l’ipotesi tra Villadossola e Piedimulera, le opzioni prese in considerazione sono quelle dell’area industriale di Vogogna e quella oltre dieci anni fa indicata come localizzazione del nuovo ospedale unico del Vco a Piedimulera. 



La firma del protocollo è stato fissata venerdì 25. Nel frattempo però i sindaci ossolani si ritroveranno per valutare una decisione condivisa. «Riconvochiamo il tavolo per permettere loro di capire cosa stanno firmando» ha spiegato l’assessore regionale allo Sviluppo economico Giuseppina De Santis. Rimane però ferma la condizione che vede Inteconnector un intervento di politica industriale per le imprese energivore che beneficerebbero di condizioni di approvvigionamento elettrico a costi più concorrenziali. 



«E’ un’opera inutile» 

Per questo il neonato Coordinamento «No Interconnector Svizzera-Italia» si dice «per l’opzione zero. È un’opera inutile. I sindaci dovranno assumersi la responsabilità di ciò che firmano davanti ai cittadini». Parole di diniego anche dal Movimento 5 stelle che in un comunicato, a firma del consigliere regionale Giampaolo Andrissi e del deputato Davide Crippa, rimarcano come sia «irresponsabile l’atteggiamento di alcuni sindaci. È illogico portare l’elettricità nucleare dalla Svizzera all’Italia, così come è folle che i cittadini paghino 500 milioni di euro in bolletta per un’opera i cui benefici sono solo per i privati».

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