mercoledì 9 novembre 2016

TERNA: L'ENERGIA BASTA E AVANZA, MA NON CAMBIA

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Riparte la questione, ferma da circa un anno, che riguarda la nuova linea ad altissima tensione che, secondo le intenzioni di Terna, il gestore della rete nazionale, dovrebbe attraversare il territorio, dal confine Italo/Svizzero del passo S. Giacomo alla stazione di rete di Baggio in Comune di Settimo Milanese. Un grosso investimento richiesto da Terna in un momento non certo di scarsità energetica nazionale, semmai in surplus, ma motivata dalla opportunità di acquistare energia elettrica a costo vantaggioso; insomma quella prodotta dalle centrali nucleari Elvetiche che l'Italia denuclearizzata fa finta di non sapere che esistono. Il processo di valutazione ambientale é ora fermo presso il Ministero dell'Ambiente dove Terna ha chiesto una moratoria di 10 mesi. Questa moratoria finirà verso la fine dell'anno e poi il processo di valutazione dovrà riprendere, salvo che Terna presenti un nuovo progetto che, in tal caso, comporterà il rinnovo del procedimento di valutazione. In queste ultime settimane la Regione Piemonte sembra essersi attivata oltre misura per cercare di ottenere l'assenso al progetto dei tanti comuni interessati dalla nuova linea. I più rilevanti problemi riguardano i Comuni della alta Ossola, della Val Formazza in particolare e quelli dell'area di media valle interessati dall'insediamento su di un'area vastissima di una nuova grande centrale di conversione che dovrebbe occupare un'area di ben 115 mila mq. . La questione è quindi sin qui tutta aperta con le Associazioni ambientaliste e i comitati spontanei decisi a frapporsi alla realizzazione di un progetto che, così come previsto, inciderebbe pesantemente sul paesaggio di aree di alta quota ora incontaminate. Anche questa Associazione ha sin qui fatto la sua parte, depositando a suo tempo le osservazioni al progetto e preparandosi a future azioni di contrasto. Vi postiamo qui nel seguito il testo delle osservazioni che a suo tempo sono state presentate da Italia Nostra e giacciono per l'esame presso il tavolo di VIA del Ministero Ambiente. 






Autorizzazione, ai sensi dell'art 1 -sexies del decreto legge 29 agosto 2003, n.239, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 ottobre 2003, n.290, e successive modificazioni, alla costruzione ed all'esercizio della “Razionalizzazione della rete AT nella Val Formazza” in Provincia del Verbano Cusio Ossola

Nuovi elettrodotti nelle zone di grande interesse paesaggistico del Passo San Giacomo, dei Laghi Toggia, Boden, Kastel, del Lago Nero, dell'Alpe Cravariola e del Lago di Matogno.

La scrivente Associazione ITALIA NOSTRA Onlus, Sezione Verbano Cusio Ossola, con sede in Domodossola, Piazza Cavour, 14, (C.F. 80078410588), rappresentata dal Presidente pro-tempore Dr. Italo Orsi, nato a Beura Cardezza il 26.02.1935, portatrice di interessi diffusi, presenta le seguenti osservazioni.

PRELIMINARMENTE

La Società Terna S.p.A. aveva ha presentato nell'anno 2012- Prot. EL-275 ' istanza per l'autorizzazione alla costruzione ed esercizio delle opere per la “Razionalizzazione della rete AT nella Val Formazza” in Provincia del Verbano Cusio Ossola..
La scrivente Associazione con RACCOMANDATA A.R. 6.7.2012 Prot. N. 1512 proponeva rituale tempestivo ricorso, che si trascrive integralmente in calce, formando parte integrante del presente nuovo ricorso..
Nonostante precisi obblighi di legge nessuno degli uffici interpellati ha ritenuto di rispondere.
Recentemente, in data 4.6.214 Terna S.p.a., rinnova la primitiva richiesta di autorizzazione integrandola ed estendendola a nuovo intervento denominato “interconnector Svizzera-Italia-All'Acqua(CH, Canton Ticino)- Pallanzeno – Baggio. (Prot. EL_330).
Si rammenta che tutto discende dalle “previsioni compensative nell'ambito del Protocollo d'Intesa intercorse tra la Regione Piemonte e Terna S.p.A. in data 28 maggio 2009 a valere sulla realizzazione del nuovo elettrodotto Trino-Lacchiiarella”. In altre e diverse parole Terna veniva autorizzata a costruire il predetto elettrodotto a 380 kv a patto che provvedesse a misure compensative in varie località fra cui, in Ossola, l'interramento di circa quattro chilometri di linee aeree interessanti il Comune di Formazza, liberandolo in tal modo da gravose storiche servitù di elettrodotto. Intervento sacrosanto e totalmente condivisibile sennonché in corso d'opera tale limitato intervento è lievitato in modo mostruoso arricchendosi di altri progetti e nuovi tracciati elencati in ben sette pagine dell'Avviso al Pubblico pubblicato il 4.6.2014. In tal modo la previsione di nuovi tracciati si è dilatata a dismisura passando dagli originari quattro chilometri a centinaia di chilometri.
I progetti antecedenti già impugnati con la nota riprodotta in calce, non degnata di riscontro, vengono riproposti tali e quali senza alcun tentativo di mitigazioni ambientali che nel frattempo sono state invocate da moltissimi soggetti, pubblici e privati.
Si tratta, è inutile sottolinearlo, di inaccettabile manifestazione di insensibilità ambientale e scorrettezza procedurale.
Ciò detto la scrivente Associazione insiste nella sua azione di contrasto e ripropone le sue osservazioni per quanto riguarda l'impatto paesaggistico e ambientale.
In aggiunta contesta i progetti di Terna S.p.a. anche sotto il profilo economico di un asserita improcrastinabile necessità ed urgenza delle opere programmate ai fini dell'approvvigionamento energetico della nazione. Terna S.p.a. o chi l'ha preceduta ha commesso in passato tragici errori di prospettiva. Negli anni è stato allestito un enorme parco di centrali termoelettriche a gas utilizzate a singhiozzo, ben al di sotto della loro potenzialità, con costi che non saranno mai ammortizzati e che graveranno sulla bolletta energetica dei consumatori.
Che dire poi delle erratissime previsioni circa la domanda di energia che anziché aumentare è drasticamente crollata negli ultimi anni?
Sarebbe onesto informare l'opinione pubblica che il complesso dei lavori programmati da Terna non incrementerà di un solo watt la produzione di elettricità. Il motivo addotto dalla Società è un'asserita “razionalizzazione” della rete vale a dire che la trasmissione avverrà ad altissimo voltaggio, tecnicamente con minori perdite dovute a dispersione.
Ma tutto questo che cosa c'entra, per esempio, con la lunga deviazione verso l'Alpe Cravariola, territorio pressoché incontaminato, geograficamente collocato sul versante svizzero ma assegnato all'Italia in seguito a una complessa vicenda storica?
Qui sono palesi intenti speculativi di basso profilo che vogliono aprire la splendida conca a nuovi impianti sciistici, centraline idroelettriche, seconde case e poi strade, strade e ancora strade, ipocritamente denominate agro-silvo-pastorali, costruite e manutenute con soldi della comunità ma usufruite da pochi privilegiati.
Quanto esposto consiglierebbe la massima prudenza e ponderazione ma Terna accelera sulla procedura di apposizione del “vincolo preordinato all'imposizione in via coattiva della servitù di elettrodotto” che potrebbe, secondo logica, essere vanificato dall'esito negativo del procedimento in itinere e senza porre attenzione ai nuovi scenari energetici internazionali in rapida evoluzione.
Per esempio, è stato sottoposto all'esame delle autorità politiche il progetto, tutt'altro che campato in aria, di un nuovo elettrodotto, Nord-Sud, Thusis (CH) – Lecco- Verderico che utilizzerebbe, per il passaggio interrato dei cavi, un vecchio oleodotto dismesso?
DI più, sono al corrente le Autorità italiane che esiste analoga possibilità in Ossola riesumando il vecchio metanodotto del Gries, ora dismesso dalla Snam? Corrispondono al vero le voci che riferiscono di una “cannibalizzazione” di lunghi tratti da parte di costruttori di centraline idroelettriche? Chi ne ha autorizzato la rimozione? Chi dovrebbe ripristinare lo status quo?
In conclusione, stiamo ancora pagando errori programmatici e negligenze del passato: li vogliamo perpetuare?

Allegati: 
articolo della Neue Zuercher Zeitung datato 24 maggio 2014

Da una prima lettura dei documenti si apprende che le opere andranno ad interessare, tra le altre, le zone comprese tra il Passo di San Giacomo ed i laghi Toggia, Boden e Kastel, del lago Nero, e tra l'Alpe Cravariola, il Lago di Matogno ed il Passo della Forcoletta.
Tutte queste aree sono situate nell'alta Val d'Ossola, in zone alpine di alta montagna, a quote costantemente superiori ai 2000 metri di altitudine e con la massima elevazione nell’area glaciale del Monte Basòdino (m 3273).
Le aree sono poste agli estremi confini nord-orientali del Piemonte, laddove la Provincia del Verbano Cusio Ossola (VCO) si incunea nella Confederazione Elvetica, tra il Cantone Vallese (Valliser land - di lingua tedesca) ad Ovest e il Cantone Ticino ad Est, di lingua italiana e storicamente legato al Ducato di Milano.
Italia Nostra, Associazione nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione, interviene con la presente per ribadire con forza, nel pubblico interesse, che le zone sopra citate costituiscono un’insieme di aree alpine di eccezionale interesse per i loro aspetti paesaggistici e naturali, e che per tale motivo è assolutamente necessario che vengano integralmente preservate!

LO STATO DEI LUOGHI. 

L’ELEVATO VALORE PAESAGGISTICO DELLE AREE DELL’ALTA VALLE FORMAZZA, DELL’ALPE CRAVARIOLA E DELL’ALTA VALLE ISORNO

Tra i documenti del progetto si nota una notevole carenza nell’analisi dello stato dei luoghi, sia nelle analisi sul terreno e sia nello studio dei documenti a stampa.
Si deve ricordare che:
Area dell’alta Valle Formazza
area, che comprende il territorio dal Passo San Giacomo a nord, al Lago Nero a sud, con le pendici del Monte Basòdino e della Punta del Kastel (entrambe oltre i 3.000 metri di altitudine), i due laghi Boden, il Lago del Toggia e “la zona carsica del Kastel, sita nel comune di Formazza, ha notevole interesse perché la zona è unica nelle Alpi Lepontine per l’estrema varietà di presenze geologiche. Sono presenti tutti i terreni geologici, dai gessi affioranti ai calcescisti agli gneiss.
Ugualmente unico è l’aspetto geo morfologico, di eccezionale varietà. Si nota il passaggio dal predeserto nivale al deserto nivale con un’ampia circolazione ipogea legata al fenomeno carsico e numerose sorgenti che caratterizzano il comprensorio come zona umida.
Di interesse rilevantissimo anche il chimismo del lago Kastel”.
La flora è ampia e correlata alla varietà geologica e allo sfruttamento pastorale del territorio nelle sue parti pianeggianti.
Le attività pastorali con la loro presenza perfettamente inserita nel territorio di mandrie di vacche e stalloni pregiati da centinaia di anni contribuiscono a un equilibrio ecologico difficilmente riscontrabile altrove”[1]
L'area si trova ad una quota molto elevata, tra i 2100 e i 3273 metri di altitudine, ed è pertanto praticamente inaccessibile, salvo che per i praticanti dello sci-alpinismo, per buona parte dell'anno, e come tale più facilmente tutelabile da ogni forma di trasformazione antropica che ne possa modificare le caratteristiche naturali.
Area dell’Alpe Cravariola e del Lago di Matogno 
Si trova in parte sullo spartiacque alpino, e in parte (Alpe Cravariola) oltre allo spartiacque stesso, e quindi geograficamente in territorio svizzero, costituendo la testata superiore di una delle valle laterali della ticinese Vallemaggia.
Le aree sono poste ad una quota posta tra i 2200 e i 2900 metri di altitudine, e sono pertanto praticamente inaccessibili per buona parte dell'anno.
Nella stagione estiva è stata frequentata sin dai tempi più antichi come alpeggio d'alta quota; l'accesso avviene tuttora unicamente attraverso sentieri alpini, dal fondovalle nel Canton Ticino oppure, provenendo dall'Italia, scavalcando lo spartiacque alpino al Passo della Fria (mt 2499), sul quale la neve persiste spesso sino al mese di giugno inoltrato, tanto che per far transitare le mandrie si sono scavate per secoli profonde trincee nella neve, mentre più di recente è stata scavata all’uopo una vera e propria galleria nella montagna.
Proprio grazie a questa particolare situazione geografica e geopolitica, oltre che alle oggettive difficoltà di accesso, l'area si è finora conservata integralmente nelle sue caratteristiche naturali e paesaggistiche.
Storicamente, “Cravariola è stato sempre considerato come uno dei migliori pascoli montani dell'Ossola per estensione, esposizione, qualità del cotico erboso, e quindi di singolare valore per l'economia antigoriana, che teneva a cardine non sostituibile le attività zootecniche.
Ancora a metà del XIX secolo la vallata ospita più del quindici per cento del patrimonio bovino dell'Ossola intera ed i suoi allevatori si mostrano, in tutti i tempi, capaci, risoluti e pieni di iniziativa. Cravariola originariamente fa parte del feudo de Rodis: Guido de Rodis ne riceve l'investitura da Ottone IV nel 1210; poi, con l'avvicendarsi delle generazioni, il feudo viene spartito tra gli eredi, che a poco a poco sono costretti ad alienare il patrimonio degli avi” alle comunità dell'alta Valle del Toce. 
A partire dal Cinquecento l'Alpe è teatro di ripetuti atti di violenza e abigeato tra alpigiani di Antigorio e uomini di Vallemaggia.
A metà Ottocento la storia di Cravariola registra lo snodo definitivo: un arbitrato internazionale pone fine alle contese, riconoscendo la sovranità italiana sul territorio nonostante l'appartenenza geografica all'area del Canton Ticino.”[2]

LE PREVISIONI DI UTILIZZO DEL TERRITORIO

Il Piano Paesaggistico Regionale Adottato dalla Regione Piemonte con D.G.R. n.53-11975 in data 4 agosto 2009.
Nelle norme tecniche di attuazione, all’art.13 Aree di Montagna – Prescrizioni, si prescrive che la progettazione degli interventi in tali aree per la produzione e la distribuzione dell’energia, dovrà garantire il rispetto dei fattori caratterizzanti la componente montagna quali crinali e vette di elevato valore scenico e panoramico, nonché l’assenza di interferenze rischiose o comunque negative.
Sempre nelle NTA all’art.15 Laghi e territori contermini, tra gli indirizzi, alla lettera a. si indica di preservare l’elevato grado di naturalità dello specchio lacustre e le differenti connotazioni ambientali e paesaggistiche delle aree contermini…, ed alla lettera d. di assicurare l’attenta localizzazione e la corretta contestualizzazione e mitigazione degli interventi sulle infrastrutture, gli impianti, le reti e le strutture per la produzione di energia …
Inoltre, nelle schede degli ambiti di paesaggio, il PPR prende in considerazione tutte le aree citate, in particolare nella scheda dell’ “ambito 1 – Alpe Veglia – Devero – Formazza” e nella scheda dell’ ”ambito 7 – Valle Isorno”.
Nella descrizione degli indirizzi di cui all' ”ambito 1 – Alpe Veglia – Devero – Formazza” il PPR afferma che “l’alta valle Formazza rappresenta una rilevante valenza paesaggistica strettamente connessa … alla potenziale valorizzazione delle attività caratterizzanti la vallata, con particolare attenzione alla presenza connotante della comunità Walser. Nella descrizione delle condizioni di cui all' ”ambito 1” individua la presenza di un “ambiente prevalentemente connotato da un elevato grado di integrità e rarità, con una ricchezza di habitat sensibilmente maggiore di quella riscontrabile in altre aree alpine della regione”.
Nella descrizione degli indirizzi di cui all' ”ambito 7 Valle Isorno” il PPR individua:
- le “emergenze fisico naturalistiche: le forme glaciali (dossi e morene) nei dintorni del lago naturale di Matogno” che “formano un evidente sistema di elevato valore paesaggistico”
- i “fattori caratterizzanti: sistema di pascoli, aree prative e alpeggi in quota storicamente consolidato nella valle”
- i “fattori qualificanti: lago di Matogno”
- le “dinamiche in atto: la presenza di sentieri per raggiungere l'alta valle ha mantenuto una integrità unica nel paesaggio locale, anche associata al fatto che quasi tutto il territorio è di proprietà comunale, e quindi meno soggetto a iniziative private non organiche”
- le “condizioni: la ricchezza degli habitat, insieme al paesaggio dai caratteri spiccatamente “alpini”, si unisce con elevati valori di integrità, rarità e buona stabilità, specialmente per le condizioni di scarsa accessibilità (manca la viabilità carrabile, caso quasi unico in Piemonte)”
- gli “indirizzi e orientamenti strategici: vista la contiguità con altre aree protette, considerato un basso livello di trasformazione sia in atto che previsto, considerata l'alta rilevanza ed integrità della situazione paesaggistico-ambientale, la valle per intero o in parte è adatta ad essere protetta come parco naturale al fine di costituire un importante polo di naturalità alpina, nell'insieme con i parchi degli ambiti limitrofi e transfrontalieri”.
Le nuove aree protette e le iniziative transnazionali: il Parco Nazionale del Locarnese 
Con riferimento all’alta Valle Isorno ed all’alpe Cravariola (ma il discorso può essere esteso a tutta l’alta Valle Formazza), il Piano Paesaggistico Regionale ha giustamente posto in evidenza che “la valle per intero o in parte è adatta ad essere protetta come parco naturale al fine di costituire un importante polo di naturalità alpina, nell'insieme con i parchi degli ambiti limitrofi e transfrontalieri”
A tal proposito va segnalato che il progetto del Parco Nazionale del Locarnese è attualmente in fase avanzata di elaborazione: comprende 14 comuni e 13 patriziati del cantone Ticino, ed è volto a valorizzare e tutelare un territorio definito “di straordinaria bellezza e unico nel suo genere, che si estende dalle isole di Brissago, sul Lago Maggiore, fino al villaggio di Bosco Gurin, l’unico insediamento Walser del Ticino”. Il progetto del Parco si pone come obiettivo di “valorizzare tutti i tesori racchiusi in questo territorio, in collaborazione con i vari enti, le associazioni e la popolazione, promuovendo il turismo e i prodotti tipici regionali, in modo da infondere nuovi impulsi allo sviluppo sostenibile di tutta la regione”
Obiettivi che peraltro si possono condividere integralmente anche per il territorio italiano.
Il progetto svizzero prevede la collaborazione con il territorio italiano confinante al fine di favorire la protezione dell’ambiente e del paesaggio.[3]
In questo ambito, in territorio svizzero sono anche in corso iniziative volte a favorire la valorizzazione dei settori agricoli e agrituristici, come il progetto dell’Associazione Paesaggio Bosco Gurin “Walserdorf Bosco Gurin 2011-2015”, iniziativa di interesse regionale che mira in particolare allo sviluppo e alla valorizzazione della filiera agro-alimentare ed alla creazione di attrattive agrituristiche.

Osservazioni Al progetto 
Visto quanto sopra accennato, oggetto di una prima lettura della documentazione di progetto, si formulano di seguito le seguenti osservazioni e richieste di modifica del progetto stesso.

Relazione tecnico illustrativa
Al punto 3 “Ubicazione dell’intervento e opere attraversate” (pagina 3), si sostiene che il tracciato in progetto è stato studiato cercando di “minimizzare l’interferenza con le zone di pregio ambientale, naturalistico, paesaggistico …”.
A tal proposito, si osserva invece che il progetto proposto, per le aree in argomento, offre delle soluzioni del tutto insoddisfacenti, o meglio ancora, si può dire che non offra soluzione alcuna!
Se il progetto venisse attuato così come proposto, la gran parte delle aree di pregio ambientale, naturalistico, paesaggistico dell’alta valle d’Ossola ne risulteranno fortemente ed irreparabilmente compromesse.
Se il progetto in corso si propone realmente l’obiettivo della “Razionalizzazione della rete AT nella Valle Formazza”, dovrà prendere in considerazione, in via assolutamente prioritaria, l’opera di ripristino di quei paesaggi, oggi riconosciuti di pregio, che vennero pesantemente compromessi all’epoca dell’”industrializzazione elettrica”, in anni in cui i valori paesaggistici e naturali venivano sostanzialmente sacrificati sull’altare del “progresso” della Nazione, rimuovendo nelle aree più sensibili gli impianti aerei di trasporto dell’energia elettrica, e sostituendoli con soluzioni più adeguate.

Relazione paesaggistica 
Al paragrafo 8.1.3
Il progetto e le alternative proposte non tengono conto dell’elevato valore paesaggistico dell’area.
A parere della presente Associazioni non è giustificabile, ad esempio, l’affermazione che un tale tracciato è “mascherato alla vista dall’abitato situato nella conca di Riale e dalla cascata del Toce”.
L’alta Valle Formazza è normalmente e fortemente frequentata tutto l’anno da praticanti l’escursionismo, l’alpinismo, lo scialpinismo, e la vista dei nuovi elettrodotti, così come previsti dal progetto, è di fortissimo impatto proprio nei luoghi di maggiore interesse degli itinerari dell’alta Valle Formazza e dell’alta Valle Isorno – Alpe Cravariola.

Sintesi non tecnica 
Al paragrafo 2.5 “Vincoli di legge”, si riportano (in parte) le descrizioni delle aree interessate, così come contenute nei Decreti di tutela del 1/8/85, riconoscendone quindi, almeno apparentemente, l’elevato valore paesaggistico.
Nel paragrafo 4.3.2 Valutazione degli impatti, si conclude che “l’elettrodotto in progetto …. risulta avere un impatto ambientale molto basso o quasi nullo, ciò in virtù del fatto che la progettazione e gli studi ed analisi ambientali hanno seguito un percorso parallelo ed in particolare le analisi ambientali hanno influenzato fin dall’inizio le scelte progettuali. In aggiunta va poi sottolineato come le opere di dismissioni vanno ad incidere positivamente sul bilancio e sulla valutazione finale di impatto soprattutto per i comparti ambientali delicati come quelli del Paesaggio e della Vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi”.
La presente Associazione concorda pienamente sugli effetti positivi delle dismissioni, ma si dichiara totalmente contraria alle conclusioni che vengono tratte: le aree interessate vengono in realtà fortemente ed irreparabilmente compromesse dalle scelte progettuali proposte.

Studio di impatto ambientale 
A pag. 42 si cita il PTR, art.29 “I territori montani”, in cui viene prescritto che “il governo dei territori montani … assume come obiettivi strategici la tutela e la salvaguardia degli aspetti paesaggistici e ambientali”, nonché “la valorizzazione e l’incentivazione delle risorse proprie del sistema montano rafforzando le sinergie tra ambiente naturale, patrimonio storico-culturale, attività agro-silvo-pastorali e turismo”.
Anche in questo caso, dopo una corretta enunciazione dei principi, segue un’affermazione in completa contraddizione con quanto prima enunciato: “l’intervento oggetto del presente studio intercetta aree di pregio individuate dal piano e vincolate dalle normativa vigente…. Il progetto risulta coerente con le strategie regionali e nel dettaglio con le strategie riportata di seguito: 

STRATEGIA 1 RIQUALIFICAZIONE TERRITORIALE, TUTELA E VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO 1.2.3 Sviluppo delle attività antropiche e delle infrastrutture territoriali (insediative, produttive, energetiche, agricole, di allevamento, forestali) compatibile con la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale, con particolare riferimento alle situazioni critiche o a rischio…”.
Di fatto, come detto sopra, le aree interessate vengono fortemente ed irreparabilmente compromesse dalle scelte progettuali proposte.
Particolarmente inaccettabile appare il testo riportato a pag. 44: “La compatibilità con gli obiettivi di piano legati agli aspetti paesistici e naturali viene verificata in modo dettagliato nella relazione paesaggistica e nello studio di incidenza. Si ritiene importante sottolineare come gli interventi oggetto del presente studio sono stati pensati per limitare l’impatto naturale e paesaggistico delle opere. Le dismissioni qualificano il territorio e le nuove opere data la loro posizione e le caratteristiche geomorfologiche dei luoghi sono percepibili limitatamente in alcune zone come evidente dalla TAV.29 - Carta dell'intervisibilità e dalla TAV.30- Fotoinserimenti-Punti visuale”.
Per quanto si condivida l’effetto positivo delle dismissioni, si rileva che non è stata fatta alcuna verifica dettagliata della compatibilità con gli obiettivi di piano legati agli aspetti paesistici e naturali delle linee di nuova costruzione, né per la zona Passo San Giacomo, Lago Toggia, Lago Kastel, Lago Nero, né per la zona Alpe Cravariola Lago di Matogno, pur essendo aree di riconosciuto elevato valore paesaggistico, e per questo sottoposte a particolare tutela.
Per queste aree di estrema delicatezza paesaggistica, le elaborazioni fotografiche sono riferite quasi esclusivamente alle dismissioni degli impianti esistenti; l’inserimento visivo dei nuovi impianti viene regolarmente tenuto sullo sfondo oppure, in determinati casi come nelle zone della Cravariola e Lago di Matogno, non viene neppure preso in considerazione!

Richieste DI MODIFICA AL PROGETTO 

Alta Formazza
Il progetto prevede un nuovo elettrodotto in doppia terna 220kV che dal Passo di San Giacomo attraversa le aree ubicate a est del Lago Toggia, Laghi Boden, Lago Kastel e Lago Nero, sui pendii sottostanti la punta di Kastel e il Monte Basòdino, in aree di eccezionale interesse paesaggistico, naturalistico, oggetto di studio per le particolari caratteristiche geologiche e naturali, e di forte richiamo per la pratica dell’escursionistico, dell’alpinismo e dello scialpinismo.
Trattandosi di un progetto di razionalizzazione delle linee esistenti, è atto dovuto tenere nel debito conto detti valori.
Devono quindi essere contemplate nel progetto le soluzioni tecniche e di tracciato che abbiano come obbiettivo la salvaguardia integrale dei valori stessi.
La presente Associazione ritiene assolutamente necessario prevedere l’interramento delle linee per tutto il tratto compreso nella perimetrazione del DM 1 agosto 1985, con la realizzazione del tracciato interrato stesso sul versante ovest del Lago del Toggia, al fine di limitare al massimo le interferenze con la circolazione ipogea legata ai fenomeni carsici.
Alpe Cravariola, Passo della Fria, Lago di Matogno, Passo della Forcoletta 
Il progetto prevede due nuovi elettrodotti in singola terna 220kV che attraversano l’Alpe Cravariola, il Passo della Fria, il Lago di Matogno ed il Passo della Forcoletta, in aree di eccezionale interesse paesaggistico, naturalistico e storico, ancora integre in quanto prive di infrastrutture di accesso, confinanti con il costituendo Parco Nazionale del Locarnese e quindi adatte ad una futura destinazione a parco naturale.
Anche in questo caso, trattandosi di un progetto di razionalizzazione delle linee esistenti, è doveroso che venga tenuta in debito conto la salvaguardia integrale dei suddetti valori, adottando soluzioni progettuali che non alterino minimamente le caratteristiche peculiari delle aree.
E’ dovuto anche in questo caso, a parere della presente Associazione, l’interramento completo delle linee almeno per tutto il tratto compreso nella perimetrazione del DM 1 agosto 1985, o l’adozione di un tracciato alternativo di minore impatto lungo il versante orientale della Valle Antigorio, prestando le necessarie cautele nell’attraversamento degli alpeggi e delle altre aree di particolare delicatezza, come ad esempio il Vallone del Lago del Cramec in cui si dovranno pure prevedere tratti di interramento degli elettrodotti; si dovranno peraltro adottare, per le rimanenti parti aeree degli elettrodotti, soluzioni a doppia terna invece che a singola terna il fine di limitare l’impatto anche visivo delle linee, e l’adozione per i sostegni di tipologie a bassissimo impatto visivo.

Con osservanza. 
p. Il CONSIGLIO DIRETTIVO
Il Presidente
Dr. Italo Orsi


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